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LA GUERRA DI TROIA: ARRIVANO LE CATENE DI FARMACIE IN ITALIA

Prologo

Le farmacie convenzionate possono dichiarare di aver vinto per ora la loro battaglia per evitare la concorrenza delle parafarmacie.

Svanito lo spettro dell’abolizione della pianta organica con una battaglia, quasi senza precedenti e senza esclusione di colpi, nei confronti dei “liberalizzatori”, le farmacie italiane assediate (=Troia) si ritrovano a combattere con un nemico anche più forte, subdolo e potente.

Questo nemico è stato fatto entrare all’interno delle loro fortificazioni grazie all’intelligenza del più furbo tra gli assedianti achei (Ulisse-Guidi), che potrebbe portare loro molti problemi e forse anche la distruzione di gran parte di loro, tenuto conto che sono già 400 le farmacie in amministrazione controllata e/o in via di fallimento (cfr. FOFI).

Per il lettore che si accinge a leggere questo editoriale, che risulterà molto articolato per numero di citazioni, come già fatto in precedenti editoriali anticipiamo le conclusioni, lasciandolo libero di leggere il resto con calma

Epilogo

….Certo ci piacerebbe, lo ammettiamo, prima della conclusione di questa guerra vedere lo scontro tra i due alfieri del liberismo e del conservatorismo: l’Achille greco (alias Oscar Giannino, giornalista radiofonico di Radio 24, liberista e già “Fermatore del Declino” [1]) e l’Ettore troiano (alias Roberto Messina di Federanziani), dotati però entrambi di un tallone d’Achille che li rende fragili: la laurea, peraltro non così necessaria per renderli campioni nella disfida.

Non sappiamo chi uscirebbe vincitore perché entrambi molto dotati di verve polemica e spirito agonistico.

Rimane sempre l’enigma di quel “cavallo di Troia” (=l’articolo 41 del DDL Guidi) accettato, obtorto collo, dal Re dei troiani Priamo (alias Mandelli) grazie alla furbizia del greco Ulisse (alias Guidi).

Da quel cavallo usciranno le chain pharmacies che porteranno a progressiva distruzione le piccole e scarsamente armate città dell’Ellesponto alleate della grande capitale fortificata (=farmacie rurali, di località disagiate e montuose) e la riduzione della fortezza assediata, Troia (=la farmacia italiana) rendendola dipendente o subalterna alle grandi multinazionali distributive, che già navigano per il mare nostrum (alias Europa comunitaria) e in quelli d’altri oceani (le catene americane).

Forse rispetto al 41 sarebbe stato meglio l’abolizione della pianta organica mantenendo la titolarità ben salda nelle mani delle farmacie indipendenti e dando la possibilità a tanti giovani di aprire la loro farmacia, intraprendere e competere…

L’inizio dell’assedio

L’assedio alla città di Troia (=l’esclusiva distributiva nelle mani dei titolari di farmacia) è stato attivato in più riprese e portato avanti nel tempo con scarsa determinazione ma con esiti certi.

Solo i cultori della materia e gli avvocati di Federfarma e F.O.F.I. conservano negli archivi i tentativi di revisione della pianta organica che nel tempo sono stati presentati da apparentemente solerti parlamentari, per lo più militanti nelle file della sinistra (cfr. sen. Bernasconi e on. Giannotti negli anni 2000 [2]).

Di fatto tutti questi tentativi d’assedio sono miseramente falliti o perché modificati o annacquati o ridotti da emendamenti a mere dichiarazioni d’intenti nella riduzione del quorum abitanti/farmacia ([3]) o finiti nelle sabbie mobili delle commissioni parlamentari senza mai approdare in aula.

Un po’ l’imperizia (per essere benevoli) degli assedianti, un po’ la compattezza della categoria dei Troiani (=farmacisti titolari), allora dominata da un potente gestore delle risorse sindacali e ordinistiche (=Leopardi), la farmacia italiana dopo la grande riforma del ministro socialista (ancorchè militante di loggia massonica segreta) Mariotti, pose fine all’ordinamento Giolitti finora imperante e consolidato in Italia ([4]): la farmacia diventa concessione dello Stato vendibile ed ereditabile fino alla seconda generazione. I correttivi successivi introdotti nell’ordinamento (la 892/1984, la 362/1991) non cambiano di fatto granchè.

La grande breccia

La bordata più grande arriva con la L.741/2006 dell’allora ministro dello Sviluppo economico Bersani, che introduce la possibilità con l’articolo 7 c 4-bis di ampliare il numero delle farmacie possedute da un titolare da 1 a 4 ([5]), oltre che a consentire la distribuzione dei SOP e OTC anche nelle parafarmacie e grande distribuzione organizzata (GDO).

Mentre, quindi, si consumava, a danno dei titolari di farmacia, il primo vulnus all’esclusiva distributiva sinora saldamente detenuto dalle farmacie, si introduceva  quello che sarà (forse) il grimaldello oggi usato dal Ministro modenese Guidi, che infatti va proprio a modificare l’articolo 7 abrogando proprio il comma 4-bis.

Titolari disattenti? Sindacati mal condotti? Federazione troppo spostata politicamente? Non sappiamo. Quello che è certo è che tutte le cartucce sono state sparate e sono stati messe in campo ogni tipo di endorsement, interviste, prese di posizione, comunicati e attività lobbistiche come finora mai si era visto. Perché il pericolo ora come nel 2006, all’epoca del primo vero attacco acheo (= Bersani), è veramente consiste

Le schiere dei Troiani

Non è agevole tentare di raccogliere e analizzare tutti questi documenti che si sono succeduti a far data l’annuncio dello studio commessionato ai propri uffici dal ministro Guidi e rimasto riservato fino all’uscita delle prime veline, che hanno, come anzi detto, scatenato tutta una serie di attività lobbystica ad alto impatto mediatico e parlamentare.

Chiaramente capofila della resistenza è l’eroe troiana, Annarosa Racca, Presidente di FEDERFARMA, il sindacato delle farmacie che pur con qualche problema interno e qualche incrinatura che ha portato a qualche sfaldatura nelle proprie fila (Federfarma Piemonte, Val d’Aosta, Liguria, Lazio, Bolzano, insieme ad altre associazioni provinciali in Toscana, Puglia e Sardegna), riesce però a tenere il controllo della Federazione di cui è stata rieletta grande capo lo scorso anno.

Non si contano le sue dichiarazioni, interventi, prese di posizione che fanno onore a chi strenuamente difende le proprie mura fortificate (=rendite di posizione e interessi) proclamandosi nel contempo anche difensore degli interessi dei cittadini, pazienti e anziani.

Il Ministro della Salute

Tra gli alleati di Racca ritroviamo il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, che fin da subito è intervenuta sul tema delle liberalizzazioni, proclamandosi decisamente contraria come farebbe un politico di sinistra. In realtà il Ministro si colloca a destra della coalizione governativa.

Lorenzin prima si lamenta con Guidi (=Ministro dello sviluppo economico, industriale e di centro) per il suo non coinvolgimento su un argomento sull’argomento “Cara Federica, ho appreso da autorevoli fonti di stampa che nel Ddl sulla concorrenza ci sarebbe anche un capitolo riguardante le farmacie. Ti faccio notare che su questi argomenti il ministero della Salute deve essere convolto.” ([6])

Poi attacca, erinnemente furiosa: «Ci misureremo, difenderò il sistema, fino alla fine», giura la ministra ai suoi. E prepara le truppe. ([7])

Dopo un confronto con Guidi ribadisce: “La nostra contrarietà è per motivi sanitari, perché poter acquistare questi medicinali nei supermercati potrebbe aumentare l’abuso di farmaci, già segnalato nell’ultimo rapporto AIFA per quanto riguarda psicofarmaci e oppioidi. Poi c’è un motivo economico perché in questi anni abbiamo instaurato un sistema severo che ci ha consentito, attraverso le farmacie, di tenere sotto controllo la spesa farmaceutica territoriale. Infine, una misura di questo tipo provocherebbe la chiusura di molte farmacie italiane. Abbiamo 18.000 farmacie, più numerose delle caserme dei Carabinieri e sono un patrimonio importante.” ([8])

Il Ministro si schiera, dunque, apertamente con le farmacie e contrasta duramente la grande distribuzione organizzata (=Coop, Conad), che sembra il vero nemico.

Così dopo la discesa nell’agone, a fianco della Presidente Federfarma, Annarosa Racca,  e del Presidente F.O.F.I. senatore Andrea Mandelli, con le sue dichiarazioni alla stampa specializzata, la Ministra schiera anche il suo partito, il Nuovo Centro destra.

L’assessore Montaldo

Un po’ più sorprendente, invece, è l’intervento sempre a difesa dei Troiani dell’Assessore alla Sanità nonché vicepresidente della Liguria, Claudio Montaldo. Schierato da sempre nel campo politico del centro sinistra dovrebbe guardare con più attenzione alle Coop ma, presiedendo il Comitato di settore del comparto Regioni-Sanità e dovendosi quindi occupare di Convenzioni, presumibilmente non vuole alienarsi le simpatie dei titolari e afferma: “La farmacia, a differenza di un qualsiasi punto di distribuzione commerciale può offrire informazioni, assistenza e consigli ai pazienti ed è ormai in molti casi servizio Cup per prenotazioni e pagamento ticket, rivolto in particolare agli anziani e alle persone con maggiore difficoltà, fino alla vera e propria presa in carico di malati cronici”.([9])

La Presidente dell’Ipasvi

Nel campo dei Troiani troviamo anche la senatrice Annalisa Silvestro, Presidente della Federazione dei Collegi Ipasvi. La senatrice, rappresentante in Parlamento degli infermieri, non dimentica i possibili sbocchi professionali dei suoi iscritti nella “farmacia dei servizi” e, con decisa nonchalance, dichiara: “Il farmacista è il professionista che può guidare il fai-da-te del paziente sicuramente in modo più preciso e immediato essendo quello che deve dispensare il farmaco proprio e anche per tenerne sotto controllo l’uso corretto e non l’abuso. Per questo  – ha aggiunto Silvestro – credo sia più che opportuna una ulteriore riflessione anche perché, purtroppo, il livello di educazione sanitaria oggi nella comunità è quasi assente. Non a caso una scelta a suo tempo fatta del Governo è stata quella di prevedere nelle nuove e moderne “farmacie dei servizi” il contatto con gli infermieri: per rispondere al meglio ai bisogni dei cittadini attraverso un riferimento professionale competente, per garantire la tutela della loro salute, perché non siano lasciati a se stessi e all’improvvisazione. Abbandonare la strada del sostegno informativo e della capacità di compliance del cittadino – conclude – potrà produrre, forse, del risparmio, ma potrebbe produrre ben altri impatti ( e quindi costi) sul mantenimento di un buon equilibrio di salute dei cittadini”. ([10])

Il vice Presidente F.O.F.I.

Anche il senatore D’ambrosio si schiera apertamente ma il suo intervento pur atteso nella sua qualità di titolare di farmacia, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Bari e BAT nonché vice Presidente F.O.F.I., è decisamente più articolato e merita qualche considerazione aggiuntiva.

Il senatore in una intervista ([11]) pone alcune domande sia a Ulisse (=Guidi) che al grande capo acheo Agamennone (=Presidente del Consiglio, Renzi) che qui di seguito riportiamo:

Domande che il Presidente del Consiglio ed i suoi ministri farebbero bene a porsi per giungere a determinazioni consapevoli e responsabili.

  1. Le proposte avanzate al Governo dall’Antitrust (Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato) in materia di liberalizzazioni delle farmacie, hanno tenuto conto che esse sono un presidio socio-sanitario assistenziale che concorre a sostenere il Servizio Sanitario Nazionale in una logica di universalità, solidarietà ed equità?
  2. Le liberalizzazioni, soprattutto in sanità, sono un fine da raggiungere per soddisfare le pressioni esercitate dal mercato lasciando spazio a obiettivi di natura esclusivamente economica o sono un mezzo per mettere in concorrenza modelli organizzativi omogenei e per garantire benefici all’utente in termini di efficacia, efficienza ed economicità del servizio erogato?
  3. Nell’erogazione dell’assistenza farmaceutica il fruitore deve essere considerato consumatore o cittadino-utente?
  4. La capillarità della rete assistenziale delle farmacie è da considerarsi un punto di forza che deve essere salvaguardato perché è una garanzia di equo accesso all’assistenza farmaceutica anche in territori a scarsa densità popolativa, oppure ad essa si può rinunciare a beneficio della concentrazione dei punti vendita in una logica di profitto e, dunque, di mercato? Tale seconda ipotesi consente di garantire i necessari livelli di efficienza del servizio in una logica universalistico di tutela della salute?
  5. È vero che le ventilate ipotesi di nuove liberalizzazioni del comparto farmaceutico sono sollecitate insistentemente dell’Unione Europea? Se è vero, i paesi dell’ Ue hanno già adottato i provvedimenti legislativi che vengono richiesti all’Italia?
  6. Prima di promuovere nuovi interventi legislativi nel comparto farmaceutico non sarebbe più sensato valutare le ricadute sanitarie, sociali, economiche e occupazionali determinate dalla Legge n. 27/2012 con cui, tra l’altro, si è disposta l’apertura di circa tremila nuove farmacie le cui procedure di assegnazione sono in fase conclusiva in tutte le regioni?
  7. Perché l’adozione del sistema di remunerazione della farmacia italiana, così come proposto dall’Antitrust e recepito in apposite norme, continua ad essere differito?
  8. È vero che circa quattromila farmacie italiane si trovano in condizione di sofferenza economica e un numero cospicuo di esse è prossimo al fallimento?
  9. La fragilità della rete delle farmacie territoriali può determinare pregiudizio per l’efficienza del sistema assistenziale?
  10. Le ipotesi di nuove liberalizzazioni possono avere un ulteriore effetto negativo sulla tenuta economica delle farmacie italiane e, conseguentemente, sulla tenuta dell’assistenza farmaceutica che il SSN garantisce sull’intero territorio nazionale?
  11. È lecito pensare che alcuni potentati economici nazionali e internazionali possano trarre beneficio dal progressivo indebolimento economico della farmacia italiana, essendo potenzialmente interessati ad assumere il controllo del mercato della dispensazione farmaceutica in Italia attraverso un sistema di catene distributive e l’ingresso di società di capitale?
  12. Quali effetti si produrrebbero nella precedente ipotesi sotto il profilo sanitario, occupazionale, economico, etico?

La Confprofessioni

L’elenco degli endormentisti è ancora lungo: scende in campo pure la Confprofessioni con il suo Presidente Gaetano Stella, che sottolinea come si tratti di «un intervento di immagine senza alcun reale riscontro» e aggiunge «è in atto un vero e proprio rovesciamento della realtà economica del paese che punta al depauperamento sistematico delle libere professioni e all’azzeramento di un sistema di garanzie per il cittadino-consumatore che fino a ora ha funzionato». ([12])

La FENAGIFAR

Sempre tra i troiani assediati escono le voci di Pia Policicchio, Presidente della Federazione Nazionale delle Associazioni dei Giovani Farmacisti (Fenagifar), la parva manus di Federfarma, sottolineando che ormai da molto “la pressione sul sistema di distribuzione farmaceutica, un servizio pubblico al cittadino regolarmente – ormai da anni – viene considerato come un mercato sul quale soggetti economici estranei alla professione e poco interessati alla salute pubblica, vorrebbero entrare per motivi esclusivamente
commerciali”. ([13])

La giovane Policicchio si riferisce alla GDO, cui interesserebbe fare solo affari (=commercio legittimo) a danno della salute dei cittadini che, al contrario nelle farmacie sarebbe decisamente più tutelata in quanto i farmacisti titolari avrebbero maggiore vocazione in questo senso dei farmacisti dipendenti dalla GDO (sic).

Vento di Cambiamento

Posizione che viene ripresa dallo studente Mario Donadio, consigliere e membro della Giunta di Farmacia alla Sapienza,nonché Coordinatore nazionale dell’associazione Farmacos-Vento di Cambiamento Fenix ([14]) che, intervistato da Quotidiano Sanità, dichiara che: “Non possiamo ridurci a semplici commessi, vanificando un esoso e faticoso percorso di studi”. E suggerisce che: “L’apertura di nuove farmacie, ragionano gli studenti, “stando al nuovo folle quorum proposto, non porterebbe alla creazione di nuovi posti di lavoro ma arrecherebbe un danno alle già sofferenti farmacie rurali oltre che ai cittadini che vedrebbero venir meno il primo reale presidio sanitario territoriale; senza tralasciare il danno che subirebbero le parafarmacie, strette nella morsa di una nuova concorrenza”. ([15])

Immaginiamo che le prospettive cui il laureando si riferisca non siano quelle degli oltre 25 mila farmacisti non titolari di farmacia che lavorano presso le farmacie convenzionate e che presumibilmente si sentono più “qualificati” dei loro colleghi che lavorano per la COOP o la CONAD e per le parafarmacie.

Il Presidente F.O.F.I.

Non possiamo poi non citare la battaglia intrapresa dal farmacista più importante in Italia, cioè il senatore Mandelli di Forza Italia, che non solo è un titolare di farmacia ma è il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Milano e Lodi e soprattutto è il Presidente della F.O.F.I..

Anch’egli da subito interviene sulla stampa specializzata a difesa degli interessi delle farmacie convenzionate. Si potrebbe dire che dal Presidente di tutti i farmacisti iscritti agli Albi ci si sarebbe potuti attendere un maggiore equilibrio, perché i farmacisti che lavorano per le parafarmacie e per la GDO sono comunque iscritti agli Ordini e quindi con prospettive che dovrebbero essere considerate dal nostro amico Presidente.

Mandelli è stato accusato nel 2013 da Brunetti (proprietario di parafarmacia e Segretario Nazionale Anpi-Associazione Nazionale Parafarmacie Italiane) di essere sempre alle prese con il dilemma d’identità tra Presidente di tutti i farmacisti e di titolare di farmacia (una sorta di Mr. Hyde che si è impossessato definitivamente del ruolo superiore e istituzionale del Dr. Jekyll).

Come si evidenzia nelle dichiarazioni bellicose nei confronti degli assedianti achei, il dubbio di Brunetti si dissolve: “Sorpresa e preoccupazione” perché si ritorna a parlare di liberalizzazione nel settore dei farmaci. “Sorpresa perché, ad avviso degli ultimi governi, di tutti i settori che erano affetti da gravi deficit di concorrenza e da ostacoli all’ingresso, la rete delle farmacie di comunità è l’unica su cui si è intervenuti realmente”. Sono le considerazioni espresse, tramite una nota, dalla Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi).

“Tanto è vero che – osserva la Fofi – con il concorso straordinario voluto dal Governo Monti si apriranno altre 2500 farmacie. Questo significa che il totale salirà a oltre 20mila, mentre in Gran Bretagna, paese non certo in deficit di liberalismo, ce ne sono soltanto 12mila per una popolazione superiore a quella italiana”.

Per la Federazione è quindi “facile prevedere che un ulteriore aumento del numero può preludere solo a una raffica di aperture e repentine chiusure: già oggi sono oltre 4000 le farmacie in difficoltà economica e di queste una su dieci rischia il fallimento”.

Allo stesso modo, “non si comprende per quale ragione si riproponga la vendita dei farmaci soggetti a prescrizione non rimborsati (Fascia C) al di fuori delle farmacie convenzionate, quando sia la Corte Costituzionale sia la Corte di Giustizia Europea hanno ribadito che questa previsione non contrasta con le regole, anche comunitarie, sulla concorrenza e la libertà di stabilimento ed è funzionale alla tutela della salute pubblica”. ([16])

Il Direttore generale di AIFA

L’intervento del Ministro della Salute si è da subito dimostrato particolarmente efficace tanto che a catena ne sono stati prodotti altri a difesa del Troiani assediati, come abbiamo visto sopra facendo uso dei media vicini a Federfarma, Farmacista 33 ma anche di quelli di Confindustria e della SICS.

Tra tutti quelli sopra riportati, uno dei più rilevanti rimane quello del Direttore di A.I.FA., Luca Pani, che con una nota ([17] ) ha preso le distanze da una interpretazione difforme dei dati sul consumo dei farmaci di classe C e Cbis senza prescrizione avanzata dal Presidente della Associazione delle Parafarmacie, Gullotta, che aveva tentato di dimostrare, dati OSMED alla mano, come l’intervento liberalizzatore facesse bene al portafoglio degli utenti.

Da buon tecnico, con una sapiente lettura, lancia un assist alla Ministra della salute e lancia un potente giavellotto nel campo acheo assediante.

Le associazioni dei medici

A dare manforte ai troiani ci sono anche i medici di famiglia (Giacomo Milillo, FIMMG), gli oncologi (Carmine Pinto AIOM), gli otorini (=Giuseppe Spriano.  Società italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia cervico-facciale -SIOeChCf). Sintetizza per tutti l’oncologo Pinto sostenendo che non si può rinunciare alla professionalità del farmacista che «rappresenta un alleato importante che dovrebbe essere ulteriormente valorizzato».

Ovviamente sfugge a Pinto, avendo conoscenza prevalente di farmacie ospedaliere, che il farmacista presidia anche parafarmacie e corner.

CONASFA

Schierata contro le liberalizzazioni troviamo “sorprendentemente” una delle due associazioni dei farmacisti non titolari, la CONASFA, che in un comunicato così dichiara: “Per la Federazione dei non titolari le proposte Guidi vanno nella direzione sbagliata. E propone: “il quorum a 2800 abitanti, lo stop a cessioni ereditarie, la graduatoria regionale,  nuovi criteri per apertura in stazioni, porti, aeroporti, centri commerciali, snodi autostradali e centri turistici, la titolarità unica al farmacista o al sindaco e il via alle società di gestione.” ([18]) Proposte interessanti e sicuramente utili, peccato che non si rintraccino minimamente nel DDL Guidi.Federanziani e S.I.C.

Il capolavoro, però, resta quello della cosiddetta Federanziani, associazione lobbystica pseudo rappresentativa di milioni di anziani sparsi nella Penisola. Con un intervento mediaticamente molto efficace Messina, il Presidente, esce con un filmato molto aggressivo ([19]) che paventa chiusura di farmacie e anziani senza presidi farmaceutici sotto casa, e termina con uno slogan incredibile: “Morire è facile basta liberalizzare” (sic!).

Le posizioni di Messina vengono rilanciate anche da S.I.C.- Sanità in cifre, sul sito facebook Il giornale del web ([20]).

Le schiere degli achei

Ora passiamo a vedere come si sono posizionate e mosse le schiere degli Achei assedianti la città di Troia.

L’Antitrust

Il più strenuo nemico del corporativismo troiano è l’Autorità garante per la Concorrenza e il Mercato, che con la segnalazione al Parlamento S2025 dichiara che: “ha già avuto modo di evidenziare i passi avanti compiuti dalla più recente attività legislativa del Governo con riferimento al settore della distribuzione farmaceutica (cfr. articolo 11 del d.l. 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, in legge 24 marzo 2012, n. 27). Tuttavia, è necessario sottolineare come le disposizioni che incrementano il rapporto fra il numero di farmacie autorizzabili e il numero degli abitanti non si traducano necessariamente e direttamente in un incremento della concorrenza di prezzo e/o di qualità. Tale esito potrebbe infatti pienamente realizzarsi solo laddove, da un lato, siano pienamente rimosse le restrizioni all’apertura delle nuove farmacie e, dall’altro, siano superati gli attuali limiti normativi concernenti la possibilità per un unico soggetto di assumere la titolarità di più licenze. “

“…il contingentamento del numero di farmacie presenti sul territorio nazionale appare sostanzialmente finalizzato a garantire i livelli di reddito degli esercenti piuttosto che a conseguire l’obiettivo di una razionale e soddisfacente distribuzione territoriale degli esercizi farmaceutici. In tale ottica la trasformazione dell’attuale numero massimo di farmacie in numero minimo tutelerebbe l’interesse pubblico ad una efficiente distribuzione senza impedire l’accesso ai potenziali nuovi entranti. “

“…l’abolizione di vincoli alla multititolarità garantirebbe lo sviluppo di adeguate economie di scala e di rete e la nascita di nuovi modelli di business, che potranno riverberarsi in una riduzione dei costi della distribuzione a beneficio dell’utenza analoghi a quelli sperimentati in altri Paesi europei. Nel medio periodo, inoltre, la maggior efficienza della distribuzione (e la possibilità di comprimere i margini di intermediazione, oggi ancora particolarmente elevati) finirebbe per riflettersi positivamente anche sulla spesa farmaceutica a carico del sistema sanitario nazionale. “

L’AGCM è stata chiarissima: per avvantaggiare i cittadini occorre abolire i vincoli all’apertura di nuove farmacie (=attacco alla pianta organica) e aprire alla multitolarietà (=farmacie di catena).

Bastava leggere bene e si sarebbe capito qual’era il vero pericolo acheo. ([21])

FARMACEUTICO: Distribuzione farmaceutica

Obiettivo Proposta
Superare l’attuale sistema di contingentamento del numero di farmacie presenti sul territorio nazionale, il quale non consente una razionale e soddisfacente distribuzione territoriale degli esercizi farmaceutici basata sulla domanda dei consumatori/pazienti. Modificare l’articolo 11, comma 1, del d.l. n. 1/2012, convertito, con modificazioni, dalla l. n. 27/2012:

• trasformare l’attuale numero massimo di farmacie in numero minimo.

Garantire che l’aumento del numero delle farmacie si traduca in un effettivo incremento della concorrenza di prezzo e/o di qualità, prevedendo altresì la possibilità che un unico soggetto possa assumere la titolarità di più licenze. Modificare l’articolo 5, comma 6- ter, d. l. 223/2006 (convertito in legge n. 248/2006 che integra l’articolo 7 legge n. 362/ 1991):

• eliminare il limite di titolarità di 4 farmacie in capo ad un unico soggetto.

Fonte: AGCM

Già a suo tempo nel 2006 e nel 2009 si erano schierate le associazioni dei consumatori, come Altroconsumo e Federconsumatori, che avevano promosso studi e ricerche a dimostrazione dell’utilità economica della liberalizzazione Bersani.

Altroconsumo

In una nota comparsa sul sito, l’associazione indipendente dei consumatori, a proposito del DDL Guidi, dichiara subito che: “Si tratta in definitiva di una liberalizzazione molto debole: le premesse iniziali lasciavano sperare qualcosa di più forte e vantaggioso per i consumatori. Le proposte di liberalizzare i farmaci in fascia C con ricetta e l’indicazione in ricetta di sostituire il farmaco di marca con il generico sono state per il momento accantonate. Resta da verificare se le farmacie coglieranno l’opportunità di fare sconti sui farmaci per offrire un servizio di qualità a prezzi concorrenziali.” ([22]).

Federconsumatori

Questa associazione, vicino al mondo cooperativo, attacca duramente la lobby delle farmacie nel suo Comunicato Stampa del 20/2/2015 ([23]) e dichiara: “Da sempre siamo favorevoli e rivendichiamo la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, siamo quindi del tutto scontenti che vi sia stato lo stralcio dal ddl Liberalizzazioni. Averlo fatto, non significa essere dalla parte dei cittadini, bensì agli interessi della lobby delle farmacie. Si tratta di circa 4.000 farmaci, che includono molti tra quelli maggiormente acquistati, come alcuni noti antinfiammatori, ansiolitici e anticoncezionali, e che con minori prezzi potrebbero essere acquistati, ampliando opportunità e concorrenza.

L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che da anni sostiene la necessità di ampliare la vendita dei farmaci di fascia C anche attraverso il canale delle parafarmacie, ha calcolato che, in tal modo, si otterrebbero risparmi di circa 42 Euro annui a famiglia: un beneficio significativo per i cittadini, soprattutto alla luce delle gravi difficoltà dell’attuale fase.

La legge attualmente in vigore vieta la vendita di tali medicinali presso le parafarmacie, compromettendo politiche di liberalizzazione che creerebbero concrete opportunità di risparmio dei cittadini. Avviare la liberalizzazione di tali farmaci non potrebbe che giovare ai consumatori, attraverso una riduzione dei prezzi dei farmaci e un allargamento della rete distributiva.

Non crediamo all’ipotesi di un possibile “abuso di farmaci”, poiché significherebbe innanzitutto pensare ai nostri cittadini come dei disabili di cognizione e consapevolezza che si farebbero prendere da una voglia incontrastata di acquisto convinti dagli scaffali rutilanti di un supermercato e se proprio si volesse evitare di incorrere in un rischio simile la strategia da percorrere non è contrastare un abbattimento dei prezzi – sempre e comunque positivo – bensì avviare campagne informative sull’appropriatezza e sul corretto uso dei farmaci.

Non dimentichiamo inoltre che nelle parafarmacie e nei corner all’interno dei supermercati vi sono, per legge, dei professionisti in grado di consigliare ed informare i cittadini sull’utilizzo dei farmaci da acquistare. “

MNLF

ll Presidente del Movimento Nazionale Liberi Farmacisti, Vincenzo Devito, interviene attaccando direttamente il ministro Lorenzin: “In Italia ogni tre rivendite di tabacchi c’è una sola farmacia, l’opposizione del Ministro è pretestuosa e dimostra ancora una volta come gli interessi corporativi siano prioritari rispetto proprio a quei motivi sanitari che il ministro evoca per scongiurare riforme che toccano interessi consolidati. La sicurezza del paziente e il rischio di abuso dei farmaci – continua Devito – non esistono in quanto una eventuale liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli con obbligo di ricetta che il cittadino paga di tasca propria, continuerebbero a venire dispensati da un farmacista regolarmente abilitato e laureato”. ([24])

Ancor più interessante una lettera aperta di una farmacista dipendente di farmacia alla ministra della Sanità. Maria Elena Minciaroni così si rivolge al Ministro: “Sono una farmacista di 33 anni , una farmacista dipendente e non titolare di farmacia e, per questo, figlia di un Dio minore.
Purtroppo, come farmacista dipendente, trovo sempre meno motivazioni e sempre più difficoltà a riconoscermi in questo contesto politico ed economico, sempre apertamente schierato con la lobby dei farmacisti, proprietari di farmacia.
Ancora una volta il ministro della sanità blocca un percorso di riforma del sistema di distribuzione del farmaco. Mi stupisco che il Ministro Lorenzin che appartiene ad un partito che si rifà alla grande tradizione dei partiti popolari europei appoggi in modo, così palese, la lobby dei farmacisti senza spendere una parola per i farmacisti dipendenti disoccupati, sottoccupati, senza prospettive.
Caro Ministro fa bene a preoccuparsi della sostenibilità del sistema di distribuzione del farmaco e del destino dei “farmacisti titolari di farmacia” ma dovrebbe volgere lo sguardo anche alla situazione lavorativa ed economica dei farmacisti dipendenti, gli unici ,in Europa, ad avere il contratto del commercio.
Il contratto, ribadisco, è quello del commercio e guadagno lorde € 10,66 l’ora. A questo importo vanno sottratte le ritenute previdenziali e fiscali, pertanto, la mia retribuzione oraria netta è di circa € 7,20, con tutto il rispetto meno di una colf, nonostante una laurea quinquennale, fra le più complesse, un master ed i corsi obbligatori ECM.
Quando si entra a lavorare in una farmacia si ha la consapevolezza che come entri uscirai, nessuna possibilità di carriera, solo il passaggio da € 1.200 a 1.500 al mese dopo venti anni di lavoro.
” ([25])

Le Parafarmacie

In prima linea si schierano le parafarmacie, che con il presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane, Davide Gullotta, sferra un durissimo attacco alla Ministra Lorenzin, dichiarando: «Come era ampiamente prevedibile la crociata di chi – mascherandosi dietro la parola bene comune – lavora da sempre esclusivamente nell’intento di preservare all’infinito i propri privilegi è già cominciata. Non ci stupisce dunque l’attacco mediatico che il ministro della Salute Lorenzin, insieme ad autorevoli esponenti del Nuovocentrodestra, ha sferrato apprendendo l’arrivo di un pacchetto di liberalizzazioni comprensivo dei farmaci, proprio ieri annunciato dal ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi».

«Come da copione le lobby dei farmacisti stanno già intervenendo con ogni mezzo, anche non convenzionale, affinchè nulla muti», precisa Gullotta. «Le dichiarazioni rilasciate in questi giorni da parte di alcuni politici del Nuovocentrodestra oltre ad essere banalmente infondate e strumentali offendono un’intera categoria che lotta per il diritto di esercizio della professione. Il problema è uno solo e solo su questo piano accettiamo il confronto: è inammissibile che ad oggi, così come accadeva nelle corporazioni medioevali, la professione di farmacista ancora si eredita di padre in figlio».

Nelle parafarmacie vigono gli stessi requisiti di sicurezza e controllo per i farmaci previsti nelle farmacie, oltre al fatto che nelle stesse parafarmacie lavorano farmacisti (abilitati e inscritti all’ordine professionale) molti dei quali in passato erano a loro volta dipendenti, direttori e in alcuni casi anche proprietari di farmacia. «Con queste premesse bisogna leggere anche le recenti sentenze della Corte Costituzionale ed Europea che», conclude Gullotta, «non escludono affatto la vendibilità della fascia C in parafarmacia: escludono bensì l’incostituzionalità della legge e rimandano la questione al legislatore italiano». ([26])

Sempre Gullotta sostiene che «Dopo otto anni dalla prima liberalizzazione le 17mila farmacie italiane continuano a veicolare il 93% ( dati IMS Health) dei farmaci ad oggi venduti anche nelle parafarmacie. Quanto alla fascia C, essa rappresenta il 16,7% del fatturato delle farmacie: se anche questa percentuale sì liberalizzasse così come è accaduto con il farmaco Sop (senza obbligo prescrizione) ed otc (da banco) le farmacie avrebbero una diminuzione di fatturato ridicola. Il grosso del fatturato per le Farmacie è infatti il Farmaco di Fascia A, che vale il 69,6% del mercato. Non da ultimo infine è significativo un raffronto con l’Europa: in Germania la professione è interamente liberalizzata e i dipendenti Farmacisti sono addirittura pagati come dirigenti Sanitari (circa 3mila euro al mese, a fronte dei 1.300 euro dei dipendenti italiani): ciò nonostante nessuna lobby in Germania ha mI gridato al fallimento». ([27])

La COOP

La COOP acquista una pagina sui principali quotidiani nazionali con un messaggio chiaro: “Liberalizzazioni vuol dire anche essere liberi di spendere meno”.

«I prezzi dei farmaci possono calare a beneficio della collettività, senza danni per nessuno». «Coop nei suoi 123 Coop Salute, grazie all’operato di 450 farmacisti seri e preparati, distribuisce farmaci da banco a un prezzo inferiore fino al 30% rispetto allo stesso farmaco acquistato in farmacia». «Una vera liberalizzazione che equipari le parafarmacie alle farmacie renderebbe i cittadini più ricchi e ugualmente sicuri del servizio: perché anche da noi il farmaco non è una merce».([28])

E’ la risposta più dura e in grande stile alla Ministra Lorenzin da parte della più forte cooperativa in Italia, che ha addirittura un Ministro nel Governo.

La CONAD

L’altra cooperativa di consumo CONAD non sta a guardare e col suo AD Francesco Pugliese, si rivolge direttamente a Renzi e dichiara: «Io comprendo che i farmaci con ricetta rimborsati dal Ssn restino in farmacia – chiarisce Pugliese –. Ma diciamolo chiaramente: dietro ogni nostro bancone c’è un farmacista così come nelle farmacie private, siamo sottoposti alle stesse regole di sicurezza e di qualità. Con pieno gradimento dei nostri clienti, che considerano i nostri punti di vendita alla pari delle farmacie tradizionali». Con 89 corner aperti che entro l’anno diventeranno un centinaio, 350 farmacisti assunti, sconti in media del 20%, afferma Pugliese, «abbiamo garantito 7 mln di risparmi agli italiani in questi anni. E in tutta la Gdo abbiamo assunto più di mille farmacisti, giovani che altrimenti stavano a spasso». ([29])

Istituto Bruno Leoni

Il nostro è veramente uno strano Paese. In Europa e nel mondo le liberalizzazioni sono portate avanti da governi di destra che si oppongono alle statalizzazioni che al contrario sono sostenute dai governi di sinistra: in Italia le liberalizzazioni vengono proposte dai governi di centro e di sinistra e contrastate dai partiti di destra.

Nel focus dell’Istituto Bruno Leoni, «La liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C e gli infondati timori per la salute» si legge, secondo l’autore, Giacomo Lev Mannheimer, Fellow Ibl, che “l’apertura a parafarmacie e corner Gdo non rappresenta un pericolo per i consumatori. Eppure, tutti i tentativi in questo senso sono falliti, soprattutto a causa della resistenza portata avanti con forza dai rappresentanti delle farmacie. Sono verosimili i rischi paventati in tal senso?”

Secondo Mannheimer, «il cittadino non avrebbe nulla da temere acquistando un farmaco in una parafarmacia: quest’ultimo sarebbe ugualmente prescritto con ricetta medica e venduto da un farmacista abilitato, esattamente come accadrebbe se acquistasse lo stesso medicinale in farmacia».

«La rete di farmacie regolata da rigidi criteri di programmazione territoriale esistente tutt’oggi – prosegue Mannheimer – garantisce certamente l’indotto dei loro titolari; non, invece, i cittadini, alla cui domanda di salute corrisponde un’offerta resa deliberatamente contingentata e costosa. La liberalizzazione, pertanto, costituirebbe un importante passo avanti nell’erosione dei corporativismi che attentano quotidianamente all’economia e all’innovazione del nostro tessuto produttivo e occupazionale; i timori paventati e i presunti endorsements ricevuti, al contrario, non fanno altro che difendere quei corporativismi». ([30])

Conclusioni

Il nostro osservatorio di società scientifica che si è aperta ai titolari di farmacia (due sono nostri dirigenti nazionali) non può che riportare quanto messo in evidenza dai ricercatori indipendenti (Nicola Salerno), da istituto di ricerca (IBL) o dall’Autorità garante per la Concorrenza (AGCM): occorre aprire maggiori spazi concorrenziali e dare più possibilità di intrapresa ai farmacisti dotati di abilitazione professionale. La storia di questi ultimi 9 anni ha dimostrato che una maggiore concorrenza fa bene alle tasche dei cittadini, già martoriati da una crisi pesantissima. La salute non è a rischio laddove esistano farmacisti che presidiano la distribuzione terminale del farmaco: in ospedale nelle farmacie ospedaliere, nelle farmacie convenzionate, nelle parafarmacie o negli esercizi di vicinato della GDO.

Pretendere di rimanere ancorati alla legge Mariotti che dà esclusiva distributiva, assicura l’ereditarietà della concessione statale dell’esercizio farmaceutico, blinda con la pianta organica il numero delle farmacie sul territorio, è ormai una battaglia di retroguardia che non dà più le garanzie che poteva avere un tempo. Le mura troiane stanno cedendo, vi sono brecce consistenti, i vecchi metodi lobbystici non sono più attuali.

(vai all’inizio)

Bibliografia

[1] Sitoweb http://www.quotidianosanita.it/allegati/create_pdf.php?all=4619199.pdf

Lettera di Oscar Giannino a Farmacisti titolari di Parafarmacia . 2013

[2] Sitoweb http://spazioinwind.libero.it/gemini_le/Stampa/farmacia/TF0300.htm

accesso del 22 febbraio 2015

[3] sitoweb http://spazioinwind.libero.it/gemini_le/Stampa/farmacia/TF0300int.htm

Intervista alla senatrice Bernasconi: accesso del 22 febbraio 2015

[4] sito web: http://www.galenotech.org/piantaorganica.htm accesso del 22.2.2015

[5] Legge n. 741 del 2-08-2006 art 7 4-bis. “Ciascuna delle società di cui al comma 1 può essere titolare dell’esercizio di non più di quattro farmacie ubicate nella provincia dove ha sede legale “

[6] Sito web: http://www.sanita.ilsole24ore.com/art/dal-governo/2015-02-03/farmacie-liberalizzazioni-stop-lorenzin-112740.php?uuid=AbuEFK6K&fromSearch

Farmacie, liberalizzazioni: stop della Lorenzin. Il Sole 24 Ore Sanità 3 febbraio 2015. Accesso del 28.2.2015

Liberalizzazione farmacie/ Lorenzin: «Nessuna polemica con Guidi, ma contrarietà dovuta a motivi sanitari ed economici» .Il Sole 24 Ore Sanità 6 febbraio 2015

[7] Sito web http://www.sanita.ilsole24ore.com/art/dal-governo/2015-02-05/liberalizzazioni-farmacie-lorenzin-contro-191125.php?uuid=AbBcRp7K&fromSearch

Liberalizzazioni farmacie, Lorenzin contro Guidi: «Il sistema morirebbe, lo difenderò»

Il Sole 24 Sanità 5 febbraio 2015. Accesso del 28.2.2015

[8] Sito web http://www.sanita.ilsole24ore.com/art/dal-governo/2015-02-06/liberalizzazione-farmacie-lorenzin-nessuna-133243.php?uuid=AbgYWF8K&fromSearch

Liberalizzazione farmacie/ Lorenzin: «Nessuna polemica con Guidi, ma contrarietà dovuta a motivi sanitari ed economici» Il Sole 24 ore sanità 6.2.2015 Accesso del 28.5.2015

[9] Sitoweb http://www.sanita.ilsole24ore.com/art/dal-governo/2015-02-18/concorrenza-montaldo-regioni-preoccupate-161345.php?uuid=Ab6oPqEL&fromSearch

Ddl concorrenza, Montaldo: «Regioni preoccupate, a rischio fasce deboli e farmacie periferiche» Sole 24 ore sanità 18.2.2015 Accesso del 28.5.2015

[10] Sitoweb http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=25860 Liberalizzazioni. Silvestro (PD-Ipasvi): “Un fai-da-te pericoloso per la salute” Quotidiano Sanità on line. 9 .2.2015 Accesso del 28.2.2015

[11] Sitoweb http://www.ilfarmacistaonline.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=26078 D’Ambrosio Lettieri: “La liberalizzazione delle Farmacie e le lobby vere e presunte. Dodici domande al Governo” Quotidiano Sanità on line. 18 .2.2015 Accesso del 28.2.2015

[12] Sitoweb http://www.farmacista33.it/liberalizzazioni-professioni-unite-contro-il-ddl-i-farmacisti-non-sono-soli/politica-e-sanita/news–30583.html Liberalizzazioni, professioni unite: contro il Ddl i farmacisti non sono soli. Farmacista 33 Sabato, 28 Febbraio 2015. Accesso del 28.2.2015

[13] Sitoweb http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=25859 Liberalizzazioni. Policicchio (Fenagifar): “A rischio l’occupazione dei giovani farmacisti” Farmacista 33 Sabato, 9 Febbraio 2015. Accesso del 28.2.2015

[14] Sito web  http://www.ventodicambiamento.it. Accesso del 28.2.2015

[15] Sitoweb http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=25946 Liberalizzazioni. Gli studenti di farmacia: “Saremo sempre farmacisti, mai commessi delle Coop”. Quotidiano Sanità 12 febbraio 2015. Accesso del 28.2.2015

[16] Sitoweb http://www.ilfarmacistaonline.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=25821 Liberalizzazioni. Fofi: “C’è il rischio serio di un peggioramento del servizio per i cittadini” Quotidiano Sanità on line. 5.2.2015 Accesso del 28.2.2015

[17] Sitoweb http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:yi-pg7LtbrAJ:www.agenziafarmaco.gov.it/it/content/liberalizzazioni-facciamo-parlare-i-numeri+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=it

Liberalizzazioni: facciamo parlare i numeri: Analisi farmaci fascia C con ricetta e C-SOP/OTC

[18] Sitoweb http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=25962 Liberalizzazioni. Conasfa: “No ai nuovi limiti per abitante e no ai farmaci con ricetta fuori dalla farmacia. Ecco le nostre controposte” Quotidiano Sanità 15 febbraio 2015 Accesso del 28.2.2015

[19] https://www.youtube.com/watch?v=EyqwcXK2158

[20] Sitoweb http://www.sanitaincifre.it/2015/02/farmaci-federanziani-no-a-fascia-c-fuori-da-farmacie/

Farmaci, FederAnziani; no a fascia C fuori da farmacie. 06.02.2015 , accesso del 28.2.2015

[21] sitoweb http://www.agcm.it/trasp-statistiche/doc_download/4364-s2025.html AGCM 17.6.2014 accesso del 28.2.2015

[22] Sitoweb http://www.altroconsumo.it/vita-privata-famiglia/nc/news/liberalizzazioni-avanti-tutta-n458080 Altronsumo: Liberalizzazioni 5 febbraio 2015. Accesso del 28.2.2015

[23] Sitoweb http://www.federconsumatori.it/ShowDoc.asp?nid=20150220183431&t= DDL Concorrenza Farmaci: con lo stralcio si è persa una opportunità. Noi siamo  favorevoli alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C. Possibili risparmi di 42 euro annui a famiglia. Federconsumeatori 20/2/2015. Accesso del 28.2.2015

[24] Sitoweb: http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=25858 Liberalizzazioni. Devito (Mnlf) replica a Lorenzin: “Nessun esubero, c’è una sola farmacia ogni tre rivendite di tabacchi” Quotidiano Sanità on line. 9.2.2015 Accesso del 28.2.2015

[25]  Sitoweb http://www.sanita.ilsole24ore.com/art/commenti/2015-02-06/lettera-aperta-farmacista-titolare-162704.php?uuid=Ab0L6Q8K Il Sole 24 Ore Sanità 6.2.2015 Acceso del 28.2.2015

[26] sitoweb http://www.sanita.ilsole24ore.com/art/imprese/2015-02-06/liberalizzazioni-parafarmacie-come-copione-154218.php?uuid=AblxwO8K Liberalizzazioni, le parafarmacie: «Come da copione, ecco le lobby all’attacco» Il Sole 24 Ore Sanità 6.2.2015 Accesso del 28.2.2015

[27] ssitoweb http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=25865 Liberalizzazioni. Gullotta (Parafarmacie): “Ecco i fatti e i dati che smentiscono Federfarma” Quotidiano Sanità 9 febbraio 2015 Accesso del 28.2.2015

[28] Sitoweb http://www.farmacista33.it/liberalizzazioni-coop-rilancia-con-una-pagina-pubblicitaria-lorenzin-fascia-c-fuori-da-farmacie-insostenibile/politica-e-sanita/news–30455.html

Farmacista 33 Sabato, 28 Febbraio 2015, 15.12. Accesso del 28.5.2015

[29] sitoweb http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-02-17/farmaci-ad-conad-renzi-basta-difese-corporative-se-questo-governo-e-nato-l-ammodernamento-165557.shtml?uuid=ABQISCwC

Farmaci, l’ad di Conad a Renzi: «Basta difese corporative se questo Governo è nato per l’ammodernamento» Sole 24 ore sanità 17.2.2015 Accesso del 28.5.2015

[30] Sitoweb http://www.sanita.ilsole24ore.com/art/imprese/2015-02-17/farmacie-listituto-bruno-leoni-124759.php?uuid=AbEyd2DL Farmacie, per l’Istituto Bruno Leoni la liberalizzazione non nuoce al consumatore. Sole 24 ore sanità 17.2.2015 Accesso del 28.5.2015

Focus La liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C e gli infondati timori per la salute Giacomo Lev Mannheimer. http://www.brunoleonimedia.it/public/Focus/IBL_Focus_248-Mannheimer.pdf

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